Dal rif. Pizzini, raggiunto comodamente
il primo giorno dall'Albergo dei Forni a Santa Caterina di Valfurva,
si prende la scaletta a monte, in direzione dell'evidente sagoma
dell'evidente sagoma del Gran Zebrù. Si consiglia una partenza
per tempo, a causa della normale frequentazione di questa bella
salita, perciò e' buona norma percorrere i primi metri del
sentiero la sera prima, onde sapersi orientare alla luce della
frontale.
Il sentiero volta a sinistra si
stringe, costeggiando un dosso morenico sulla destra e doppiando una
piccola croce in memoria di un caduto. Serpeggiando fra le imponenti
morene del ghiacciaio del Gran Zebrù si giunge alla sua fronte
ora a sinistra dell'enorme roccione rosso che domina l'anfiteatro del
ghiacciaio e nasconde il piede della montagna a chi la guarda dal
rifugio.
Si percorre il ghiacciaio alle spalle
del roccione in direzione del canalino detto Collo di Bottiglia.
Lo si risale tenendosi piuttosto alla
sinistra della rigola centrale, velocemente onde evitare le scariche
di sassi gia' attive di prima mattina nei mesi estivi.
Dalla sommita del canalino lo sguardo
domina la valle di Solda, mentre il piede si dirige a sinistra,
percorrendo la pala sud est del Gran Zebru, che con pendenza non
estrema ma sostenuta e continua ci conduce verso un pianoro poco
sotto la vetta da dove vediamo gia' la croce.
Da qui si puo' risalire due canalini,
uno piu' diretto alla croce e un'altro, quello della normale, piu' a
destra. Entrambi portano sull'affilata cresta terminale, molto
estetica ma breve, che conduce in vetta. (h3,00 circa) |